Nel mio articolo “Software libero per fare musica”, che si trova archiviato nella categoria “software libero”, e nel relativo allegato in formato PDF “Musica e Suono” ho illustrato alcuni software con i quali possiamo ottenere suoni dal computer, potendoli anche organizzare in maniera da comporre veri e propri brani musicali, fino a produrre file audio di qualità professionale.
Già con quei pochi strumenti possiamo disporre di una vera e propria DAW (Digital Audio Workstation) con la quale abbiamo modo di generare musica (sequencer e arranger MIDI con generatori di suono) e di manipolare i file audio così ottenuti (editor e convertitori di file audio).
Mi si dirà che i costosi Cubase, Sonar, FL Studio, ecc. sono un’altra cosa. Come un’altra cosa è peraltro ciò che descrive Stefano Droghetti nella sua guida “Produzione musicale”, consultabile sul sito http://stefanodroghetti.altervista.org/: con più programmi di software libero messi insieme su un sistema operativo Linux, senza spendere un euro, il Droghetti (con lo pseudonimo da cantautore Senbee) produce cose che nulla hanno in meno di quelle prodotte con Cubase e che possiamo ascoltare visitando il sito https://archive.org/details/Senbee.
Tra l’altro i tre principali componenti di questo mix descritto da Stefano Droghetti (il sequencer MIDI Rosegarden, la drum machine Hydrogen e l’editor audio Ardour) sono ormai disponibili anche per i sistemi operativi OS X e Windows. In particolare l’ultima versione di Ardour, la 4 uscita lo scorso giugno, oltre che poter girare anche su Windows, tratta ormai come si deve anche i file MIDI e, su Linux, può funzionare anche senza il server Jack, sia pure, ovviamente, nei soli casi in cui non si voglia sincronizzare Ardour con altri software.
Ma io sono un minimalista e sono sempre alla ricerca di cose che producano apprezzabili risultati con le minori complicazioni e il minore impiego di risorse possibili e, indirizzando i più esigenti al superlativo lavoro divulgativo di Droghetti, vorrei invece attirare l’attenzione dei meno esigenti su un prodotto di software libero in cui mi sono imbattuto: LMMS.
LMMS è, storicamente, l’acronimo di Linux MultiMedia Studio, a denotare la nascita di questo software nel mondo Linux. Dal momento che esistono ormai versioni che funzionano benissimo anche su Windows e OS X, nella sua attuale presentazione sul sito https://lmms.io/, evidentemente per sottolineare che il prodotto appartiene ormai anche ad altri mondi, si gioca su Let’s Make Music, lasciando perdere, appunto, ogni riferimento al mondo di provenienza con una S non spiegata nell’acronimo.
Per quanto mi riguarda, il principale pregio di questo software è quello di rimediare alla più vistosa carenza di quanto ho presentato nella mia rassegna “Musica e Suono” che ho citato all’inizio. In quella rassegna i suoni che produciamo sono solo quelli catalogati nel sistema MIDI.
Non che siano pochi: ne possiamo contare, infatti, oltre 300, di cui un centinaio ad imitazione dei suoni prodotti dagli strumenti musicali che ci sono noti, un centinaio di suoni di percussioni e un altro centinaio tra suoni originali o imitanti suoni naturali (dal cinguettio di un passero al rumore di un elicottero, dal galoppo di un cavallo al rumore del vento, dal rumore della pioggia al suono prodotto da applausi, ecc.). Sono comunque in numero limitato e li dobbiamo prendere come sono: li possiamo solo rendere più o meno gradevoli utilizzando strumenti di riproduzione più o meno validi.
A proposito, poi, di percussioni, la mia richiamata rassegna non contiene alcun software specificamente dedicato alla produzione di basi ritmiche.
Per queste, stando a quella rassegna, si devono utilizzare innanzi tutto le basi ritmiche preconfezionate nell’arranger MMA, con il quale ne possiamo comunque costruire altre originali, o ci si affida alla scrittura sul rigo musicale secondo la codifica MIDI degli strumenti di percussione da dare in pasto al canale 10 del MIDI. Tutto molto laborioso e, soprattutto, senza aver modo di udire ciò che facciamo nel momento in cui lo facciamo.
Queste due lacune sono ampiamente colmate da LMMS, con il quale possiamo produrre tutti i suoni che vogliamo, senza peraltro rinunciare ad utilizzare quelli del MIDI, e con il quale possiamo disporre di una vera e propria drum machine.
Ovviamente tutto ciò che facciamo con LMMS lo possiamo esportare in file audio.
Per una comprensione delle differenti potenzialità creative di questi software propongo l’ascolto di due brani.
Questo primo brano è un mio arrangiamento di In a sentimental mood di Duke Ellington, prodotto con il software che ho presentato nel mio precedente articolo
Si nota come i suoni siano ad imitazione di quelli di tradizionali strumenti musicali e, con il software utilizzato, non si potrebbe fare di più, salvo ricorrere a qualche suono di sintesi presente nel catalogo MIDI, comunque preconfezionato e non modificabile da parte nostra.
Questo secondo brano, Onion di Skiessi, è prodotto con LMMS e si trova nella sua biblioteca dimostrativa
I suoni sono particolari e prodotti, così come li sentiamo, dal gusto dell’autore senza il ricorso a suoni preconfezionati da altri.
Ciò che purtroppo LMMS non fa è la registrazione da microfono.
Come succede con il software che ho presentato nel mio precedente articolo, anche se usiamo LMMS arriviamo a produrre file audio soltanto con suoni generati dal computer. Il mixaggio con suoni prodotti altrimenti (accompagnamento con la nostra chitarra, melodia suonata con il nostro flauto, canto con la nostra voce, ecc.) è possibile solo previa registrazione di questi suoni con altri strumenti software.
Per questo dobbiamo accontentarci sempre del vecchio Audacity.
Pertanto, se lavoriamo su Windows o se, lavorando su Linux, vogliamo evitare le complicazioni del server Jack, il processo rimane sostanzialmente sempre quello di produrre un file audio con i suoni generati dal computer, aprire questo file con Audacity e farne una base su cui sovrapporre le altre tracce audio registrandole con lo stesso Audacity utilizzando un microfono e sentendo in cuffia la base stessa.
Con LMMS, tuttavia, diventa possibile anche registrare altrove un file MIDI per la melodia, importarlo e costruirvi attorno una base ritmica o un accompagnamento armonico per produrre con LMMS il file audio finale polifonico.
Mai, comunque, potremo mixare come si deve un intero file audio all’interno di LMMS.
Per quanto riguarda Audacity e il suo uso, rendendomi conto che quanto ho detto nei miei precedenti articoli è forse poco, consiglio a chi ne voglia sapere di più i seguenti riferimenti, riguardanti purtroppo versioni un po’ datate ma con il vantaggio di essere in lingua italiana:
. http://informaticangioy.altervista.org/dispense/audacity.pdf
. http://www.nanolab.unimore.it/it/wp-content/uploads/2012/06/Audacity1_2_6Man0_0_2
Per quanto riguarda LMMS, una sua descrizione con indicazioni di funzionamento, anche con obiettivi non banali, si trova nell’allegato file PDF, scaricabile e stampabile.