E’ una domanda alla quale in rete vengono date le più svariate risposte: chi dice tre o quattro anni, chi dice dieci anni e oltre. Chi parla di durate fraudolentemente programmate da chi li fabbrica.
Quest’ultima è una leggenda metropolitana suffragata a volte dal fatto che certi apparecchi con incorporata una batteria non sostituibile hanno la vita legata a quella della batteria. Ma non è il caso dei personal computer.
Visto che è da quando c’è il Commodore VIC 20, cioè dai primissimi anni ottanta del secolo scorso, che uso personal computer o loro predecessori dico la mia.
Innanzi tutto va ricordata una vecchia regola, che mi pare sia ancora valida: le apparecchiature elettroniche o si rompono subito perché sono nate male o sono virtualmente eterne. Ovviamente questo vale per i circuiti, dove non c’è usura meccanica. Vale molto meno per i componenti dove interviene la meccanica: tastiera, hard disk, ecc.
La mia esperienza mi dice che se un computer vive solo tre o quattro anni è perché ci si è stufati di usarlo, attratti da un altro computer inutilmente più potente o con un sistema operativo più moderno ma esoso di risorse che fa esattamente le stesse cose di quello di prima ma fa figo utilizzarlo.
Personalmente ho tre personal computer. Tutti portatili.
Il più vecchio è un piccolino Netbook Packard Bell serie DOT, a 32 bit con 0,99 GB di RAM, equipaggiato Windows XP, acquistato nel 2010 come fondo di magazzino superscontato, che funziona ancora con qualche lentezza con Windows – che non uso mai – ma perfettamente e abbastanza svelto con Linux su chiavetta USB (dalle originali con Ubuntu 10.04 e Kubuntu 10.04 a KXStudio 14.04 e a Lubuntu 18.04).
A seguire, in ordine di anzianità di macchina, un Dell Latitude 6320, a 64 bit con 4 GB di RAM, equipaggiato con Windows 7 Pro, che non uso mai, KXStudio 14.04 e Xubuntu 20.04, del 2011, riconfigurato nel 2013 e da me acquistato usato nel 2017 per verificare se è vera la leggenda secondo la quale si tratta di una macchina indistruttibile. E pare non sia leggenda ma verità. Su chiavetta USB vi uso anche AVLinux 2019, Manjaro Linux xfce 21.2.6, KALI Linux e Linux Mint 21, tutto con prestazioni eccellenti.
Infine un Toshiba Satellite C50-A-14J, a 64 bit con 1,8 GB di RAM, acquistato nel 2014 senza sistema operativo e attualmente equipaggiato con i sistemi operativi Ubuntu Mate 20.04 e Xubuntu 22.04.
In due casi si stanno ampiamente superando i dieci anni di vita e in un caso siamo al nono.
In ogni caso si tratta di macchine sottoposte ad un uso tutt’altro che saltuario e rivelano tutte un ottimo funzionamento.
Tutto ciò che si trova su questo blog è stato prodotto e sperimentato con queste macchine.
Qualche difficoltà, specialmente con il piccolo Packard Bell, nel trattare materiale video oltre certi limiti.
Va detto che non utilizzo giochi elettronici, che spesso sono i responsabili delle maggiori potenze richieste ai computer.
Non spinto da questa esigenza vado avanti con i miei vecchi computer sia perché funzionano ancora benissimo, anche grazie a Linux, sia perché non avverto la necessità di cambiarli.
Tra l’altro si trovano ancora le batterie di ricambio e le ho sostituite qualche mese fa.