Si chiama BASIC! (con un meritato punto esclamativo) e si trova su Google Play.
Sviluppato dal vecchio mago dell’informatica Paul Laughton nell’ambito del settore Dr. Richard Feynman Observatory del suo strano Workshop, il nome completo è RFO-BASIC!, dove RFO richiama il Richard Feynman Observatory: il riferimento spiega, tra l’altro, perché l’icona della app sia costituita da un telescopio.
Se qualcuno vuole visitare il workshop di Laughton, per rendersi conto del personaggio e per leggere qualche aneddoto sulla sua vita, compresa la collaborazione pionieristica con Steve Jobs, può visitare il sito laughton.com/paul/paul.html.
Con questa app possiamo scrivere ed eseguire programmi utilizzando un moderno dialetto del Dartmouth BASIC del 1964 sul nostro tablet o sul nostro telefonino equipaggiati da sistema operativo Android.
Il dialetto, per chi abbia qualche reminiscenza del BASIC che usavamo appena sono comparsi i primi computer domestici, dal glorioso Commodore in poi, è subito utilizzabile: ci ritroveremo il simbolo $ con cui terminare il nome delle variabili stringa, ci ritroveremo il deprecato gosub, ecc.
Poi c’è tutto il resto, tipico del RFO-BASIC!: da quanto serve per programmare applicazioni grafiche, a quanto serve per lavorare con database sqlite, a quanto serve per utilizzare file multimediali, ecc.
All’indirizzo laughton.com/basic/help/De_Re_BASIC!.pdf possiamo trovare e scaricare il manuale del BASIC! in formato pdf, che si chiama De_Re_BASIC!.pdf e contiene tutti i segreti del linguaggio (de re è proprio latino e “de re Basic!” significa praticamente “tutto su BASIC!”).
Le applicazioni Android che costruiamo hanno un aspetto assolutamente professionale e sono contenute in un file con estensione .bas che, grazie alla app BASIC!, possono essere programmate e utilizzate sul nostro apparecchio (la app funge anche da interprete).
Ovviamente siamo in pieno mondo open source e software libero.
Ma non finisce qui.
Se andiamo all’indirizzo rfobasic.com, troviamo un prezioso tutorial scritto da Nick Antonaccio che ci porta per mano ad utilizzare il nostro BASIC!. Il documento si chiama “Learn RFO Basic – The Easiest Way To Create Android Apps”.
Da questo tutorial apprendiamo, con tutti i riferimenti del caso, che con il linguaggio RFO BASIC!, avendo installato Eclipse e le API Android sul PC, possiamo produrre le nostre app su file .apk: apk sta per Android Package e il file .apk è quello che serve per installare una app sul sistema Android, app che, così installata, funziona su Android anche senza che vi sia installato BASIC!. Come dire che, con l’ausilio di un PC attrezzato, possiamo “compilare” le nostre applicazioni programmate in BASIC!.
Sorpresa finale: scopriamo che un certo Nicolas Mougin ha sviluppato alcune utilità per BASIC!, che troviamo all’indirizzo mougino.free.fr/rfo-basic/, tra cui spicca RFO-BASIC! Quick APK (PC), attraverso la quale, partendo da un programma scritto in BASIC!, senza conoscere nulla di Java, di Android e di Eclipse, possiamo sfornare il file .apk: basta che sul PC sia installato, oltre a questo quick-apk.exe, il Java Runtime Environment (JRE).
Purtroppo il Mougin, pur appartenendo al mondo del software libero, deve essere amico di Bill Gates e ci propone solo una versione per Windows dei suoi software.
I linusiani stiano comunque sereni: quick-apk.exe funziona benissimo su Wine. Sullo stesso Wine deve però essere installato anche il Java Runtime Environment per Windows.
Esiste, infine, una versione di Quick APK, BASIC! Quick APK (WiFi), che possiamo scaricare da Google Play, grazie alla quale possiamo installare via WiFi dal PC dove abbiamo prodotto il file APK la nostra nuova applicazione. La quale è comunque installabile dove vogliamo con un collegamento USB (previa abilitazione del nostro sistema Android alle applicazioni di origini sconosciute).
E con questo esempio di produzione di software libero, da Laughton a Antonacci a Mougin e chissà a quanti altri ignoti, buon divertimento con BASIC!
Sarebbe anche bellissimo se ci fosse un volontario che traducesse tutta la documentazione su questa cosa, ora reperibile solo in inglese.
ma se non fate o non fanno, oppure nessuno fa manuali o libri in italiano, mi spiegate come cxyyo facciamo imparare? ma siete tutti impazziti. Ecco perché noi italiani siamo buoni a fare nulla nel informatica perché siamo schiavi dell’inglese. LA MIA LINGUA È ITALIANOOOO. Se costringessimo agli inglesi o americani a dipendere da l’italiano ci avrebbero già bombardati anni fa. IMBECILLI.
hai problemi o obiettivi?
C’e’ sempre un po’ di provincialismo sulla lingua italiana.
La documentazione è in inglese perchè l’autore parla quella lingua. Chi dovrebbe fare la traduzione in italiano? Lui? non basta che metta a disposizione il suo lavoro?
Perchè gli italiani conoscono solo una lingua? Quelli che arrivano con le barche ne sanno solitamente almeno 3.
Noi siamo la nazione che punta al turismo, eppure è difficile trovare pesonale di ferrovie, stazioni, hotel che conoscano le lingue dei potenziali clienti. O quelle più diffuse (inglese, francese, spagnolo).
C’e’ un po’ di sciovinismo nella pretesa che tutto il mondo parli italiano. Siamo meno di uno ogni 100…
Molto utile la tua pagina web. Ho installato Basic! sul mio tablet per potermi scrivi rapidi programmini di calcolo per elettronica grazie a quanto hai scritto. Interessanti pure le applicazioni connesse. Non so quanto tempo poterci dedicare ma il panorama che mi si presenta è veramente vasto. Circa il manale è vero, siamo un pò penalizzati ma alla fine la nostra è solo pigrizia. Grazie ancora!
Sono uno smanettone degli anni 80
Domande:
1. Si tratta effettivamente di un dialetto del vecchio Basic, tipo Commodore64 o Spectrum?
2. Posso programmare su un tablet? Quali sono i requisiti? Oppure debbo sviluppare su PC?
3. Che interfaccia utente posso usare?
Grazie dell’attenzione
1. Si tratta di un BASIC derivato, come tutti gli altri, dal Darmouth BASIC del 1964 e il relativo manuale si trova oggi all’indirizzo http://mougino.free.fr/rfo-basic/manual/
2. Purtroppo l’app (BASIC!) per utilizzarlo su dispositivi android (tablet o smartphone) inspiegabilmente non si trova più nel Play Store Google ma può essere scaricata all’indirizzo http://mougino.free.fr/rfo-basic/ e installata (si chiama BASIC_1927.apk).
Questa app contiene un editor per scrivere il programma e l’interprete per eseguirlo in formato .bas sul dispositivo Android.
Se, partendo dal programma BASIC .bas, si vuole produrre una vera e propria app per Android, quelle con estensione .apk, occorre farlo su PC, con il software RFO-BASIC! Quick APK e il collegamento tra dispositivo Android e PC può avvenire con l’app BASIC! Quick APK (WiFi) che si trova nel Play Store Google.
Per produrre il file .apk il PC deve essere però attrezzato come indicato nell’articolo.
Da quando ho scritto l’articolo sono comparsi altri interpreti BASIC su Android.
Molto bella la app BASIC Programming Compiler, installabile dal Play Store, che funziona con il linguaggio FreeBasic, di cui si trova un manualetto su questo blog.
Con questa, tuttavia, si scrivono e si eseguono programmi BASIC sul tablet o lo smartphone ma non si producono app .apk da distribuire.